21 Maggio 2025
Quanto costa aprire una Partita IVA? Guida completa per chi vuole avviare un business

Quanto costa aprire una Partita IVA? Guida completa per chi vuole avviare un business

Chiunque decida di avviare un’attività in proprio o lavorare come libero professionista è obbligato a gestire alcune pratiche burocratiche necessarie per essere in regola con la legge. Una delle principali è l’apertura della Partita IVA. Ma quanto costa realmente completare questa procedura?

Che cos’è la Partita IVA?

Indipendentemente dal settore scelto per avviare un’attività – ad esempio un servizio catering, un centro estetico, una parafarmacia, o una start-up innovativa, in Italia è imprescindibile aprire una Partita IVA per operare in conformità con la legge e avviare il proprio business. La Partita IVA è un codice identificativo composto da undici cifre, indispensabile per chi vuole avviare un’attività economica in modo regolare e continuativo. Assegnato dall’Agenzia delle Entrate, questo codice permette di identificare un’impresa o un libero professionista all’interno del sistema fiscale italiano, consentendo alle autorità fiscali di monitorare le transazioni e verificare che le imposte vengano versate correttamente.

In base al tipo di attività svolta e ai guadagni annuali, la Partita IVA può essere associata a diversi regimi fiscali, ognuno con caratteristiche e vantaggi specifici. Ecco i principali regimi fiscali in Italia:

  1. Regime Ordinario
    Il regime ordinario è il più completo e viene scelto generalmente da chi supera determinati limiti di fatturato. Prevede obblighi di contabilità ordinaria, come la registrazione dell’IVA e la redazione del bilancio annuale. Sebbene consenta di detrarre una vasta gamma di costi aziendali, richiede una gestione contabile più complessa e costosa.
  2. Regime Semplificato
    Destinato alle piccole imprese e ai professionisti con un fatturato inferiore a certi limiti, il regime semplificato riduce gli obblighi contabili rispetto al regime ordinario. Non è necessario predisporre un bilancio completo, ma si possono comunque dedurre alcune spese aziendali. È un’opzione vantaggiosa per chi desidera una gestione amministrativa più semplice e meno onerosa.
  3. Regime Forfettario
    Introdotto per favorire la creazione di piccole attività, il regime forfettario offre una tassazione semplificata e più leggera, applicando un’imposta sostitutiva calcolata su un coefficiente di redditività stabilito. Non consente la deduzione dei costi, eccetto i contributi previdenziali. È la soluzione ideale per chi ha un’attività con poche spese deducibili e preferisce una fiscalità semplice e vantaggiosa.

Scegli il POS giusto per la tua attività! Richiedi ora la nostra offerta Start a 0 costi fissi mensili e 0 costi di installazione ed attivazione. E in più recuperi il 30% delle commissioni sul transato. Richiedi ora



Chi può aprire la Partita IVA?

Le persone intenzionate ad avviare un’attività sono obbligate ad aprire una Partita IVA, ma per farlo devono soddisfare determinati requisiti:

  • Maggiore età: l’apertura di una Partita IVA è consentita solo a chi ha compiuto 18 anni, in quanto è necessario essere in grado di stipulare contratti e assumersi responsabilità legali. Nel caso di minorenni, è possibile aprire una Partita IVA solo se sono stati emancipati da un tribunale;
  • Residenza: per poter aprire una Partita IVA, è necessario essere residenti in Italia, poiché questo requisito è fondamentale per la registrazione fiscale nel Paese;
  • Casi giudiziari: chi ha subito un processo per reati deve ottenere la riabilitazione da parte di un giudice. Inoltre, deve attendere almeno 5 anni prima di poter procedere all’apertura della Partita IVA;
  • Capacità di gestione: è fondamentale che la persona possieda la maturità e le capacità necessarie per gestire un’attività in modo responsabile e consapevole, affrontando le implicazioni legali ed economiche che ne derivano.

Quanto costa aprire una Partita IVA?

Avviare un’impresa non è un’operazione semplice e richiede una pianificazione finanziaria accurata, poiché le spese iniziali sono molteplici. Oltre all’acquisto delle attrezzature necessarie per l’attività, è importante prevedere gli investimenti in marketing e promozione, come la creazione di un blog, o campagne di video marketing, o ancora attività di referral marketing. Inoltre, l’adozione di tecnologie per affrontare le sfide legate alla digitalizzazione, come l’impiego di chatbot conversazionali e di POS portatili, è fondamentale. In questo contesto, i costi iniziali possono variare significativamente in base alle necessità specifiche dell’impresa.

Anche l’apertura della Partita IVA comporta una spesa, soprattutto se si sceglie di affidarsi a un professionista, come un commercialista o un operatore CAF, per la compilazione della documentazione necessaria. Per chi non è esperto, infatti, la procedura potrebbe risultare complicata. I costi per la consulenza variano generalmente tra i 100,00 e i 500,00 euro. Chi si sente abbastanza sicuro e preferisce gestire la pratica autonomamente, può inviare i documenti online registrandosi a Fisconline, evitando così questa spesa iniziale.

Tuttavia, oltre ai costi per l’apertura, esistono altre spese da considerare, alcune fisse e altre variabili:

  • I lavoratori autonomi non devono sostenere particolari spese iniziali, se non l’acquisto di una casella PEC per poter comunicare con il proprio consulente;
  • I liberi professionisti presenti in Albi di Categoria, invece, devono affrontare le tasse annuali di iscrizione a questi ultimi, che variano a seconda dell’Ordine di appartenenza;

Le ditte individuali devono occuparsi di pagare l’iscrizione alla Camera di Commercio, che comprende:

  • I diritti di segreteria (18,00 euro);
  • L’imposta di bollo (17,50 euro);
  • Il diritto annuale (da 53,00 a 120,00 euro).

Le SRL devono sostenere gli oneri notarili e l’iscrizione al Registro delle Imprese, le imposte di bollo e di registro per l’atto costitutivo e la tassa di concessione governativa per la vidimazione dei libri sociali. A tutto ciò, per tutti si aggiungono i costi dei contributi previdenziali, che cambiano a seconda della categoria di appartenenza. Il libero professionista iscritto all’Albo deve versare i contributi alla cassa previdenziale di riferimento, mentre il lavoratore che non fa parte di un ordine professionale può seguire le regole previste dalla Gestione Separata INPS, pagando un contributo che è proporzionato al proprio guadagno con aliquota del 26,07%. Artigiani e commercianti, invece, sono obbligati a iscriversi a una Gestione INPS specifica e a pagare contributi fissi pari a 4.500 euro circa, ai quali si possono aggiungere altre spese variabili legate sempre ai contributi.

In sintesi, aprire una Partita IVA è una decisione strategica per chi desidera avviare un’attività commerciale o professionale. Sebbene la registrazione non comporti costi esorbitanti, è fondamentale pianificare le spese ricorrenti e scegliere attentamente il regime fiscale più adatto. Consultare un esperto può risultare utile per evitare errori e ottimizzare i costi, rendendo l’investimento iniziale un passo verso una gestione più efficiente e profittevole del proprio business.


Accettare pagamenti in mobilità con i nostri POS ripaga sempre! Richiedi la nostra soluzione a 0 costi fissi mensili e in più recupera il 30% delle commissioni sul transato. Scopri di più



Condividi questo articolo!