11 Aprile 2024

Il pagamento in contanti è ancora il metodo preferito dagli italiani?

Il contante nell’economia moderna è ancora il metodo di pagamento protagonista in molte aree del mondo. Infatti, esplorando le dinamiche dei pagamenti di diversi Paesi, dall’Europa al Sud America, emergono dati interessanti in quanto, nonostante l’evoluzione tecnologica, una significativa percentuale dei consumatori continua a preferire banconote e monete alle carte e agli strumenti di pagamento più all’avanguardia.

Pagamento in contanti in Italia: necessità o abitudine?

In Italia, il contante ha una storia antica che si radica negli scambi con i piccoli commercianti e nella diffusa presenza dei mercati locali. Protagonista indiscusso delle transazioni quotidiane, l’utilizzo costante di monete e banconote riflette in modo inequivocabile l’attaccamento alle tradizioni, confermato ancora oggi dalle statistiche sulle abitudini più comuni tra gli italiani.

I dati del 2023 di Minsait Payments, raccolti nel 13° Rapporto sulle Tendenze dei Mezzi di Pagamento evidenziano come, benché il 53% dei cittadini preferisca utilizzare metodi di pagamento elettronici, il 37,4% della popolazione rimane ancora saldamente affezionato ai contanti. È inoltre interessante constatare l’aumento del 6% rispetto all’anno precedente, che delinea una tendenza resistente alle alternative più tecnologiche, come le carte di credito e debito o i mezzi più innovativi, come Apple Pay e Google Wallet.

I contanti in Italia sono così diffusi da portare l’Italia superare in classifica ogni altro Stato europeo, aggiudicandosi il primo posto, seguito poi dalla Spagna e dal Portogallo con un tasso di preferenza rispettivamente del 30,9% e del 23,1%. A livello mondiale invece, viene preceduta solo dalla Colombia e dal Messico, con il 42,2% e il 41%, indicando un’inclinazione culturale in grado di accumunare anche popolazioni molto distanti geograficamente.

Secondo quanto riportato dal rapporto, le persone preferiscono questo tradizionale metodo di pagamento in quanto soddisfa pienamente le loro esigenze di sicurezza, facilità d’uso, gratuità e velocità. Se da un lato i contanti offrono innegabili benefici, dall’altro è importante non sottovalutare i loro svantaggi.


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Denaro contante: vantaggi solo in alcuni casi particolari

Due delle cause che hanno contribuito alla diffusione dei pagamenti in contanti negli ultimi anni sono state le norme incluse nella Legge di Bilancio 2023, che ha spostato il limite di pagamento in contanti da 1.000 euro a 5.000 euro, e nella Legge di Bilancio 2024 che ha introdotto la possibilità di ritirare fino a 250 euro all’interno di esercizi commerciali, farmacie e tabaccherie.

Ciò ha consentito sia a chi vive nell’entroterra e nelle piccole cittadine, sia a chi si trova nelle grandi città, di non dipendere dagli ATM degli istituti di credito per prelevare il proprio denaro e di poterlo utilizzare più frequentemente per le spese quotidiane, godendo anche dei seguenti vantaggi:

  • Maggiore controllo delle spese: Avendo fisicamente i soldi nel portafoglio, le persone riescono a gestire meglio le spese, controllando visivamente quanto budget hanno a disposizione per gli acquisti giornalieri, settimanali o mensili;
  • Alto livello di accettazione: L’utilizzo di banconote è comune in ogni esercizio commerciale e, nonostante il POS sia stato reso obbligatorio dal Decreto Legge 152/2021, rappresentano un’ottima alternativa nel caso in cui i terminali di pagamento non siano in funzione. Denaro e moneta contante, infatti, non dipendendo in alcun modo da connessioni Internet o infrastrutture tecnologiche.

Pagamento in contanti: quali sono gli svantaggi?

Nonostante l’anonimato sia una qualità molto apprezzata dai cittadini, il rischio che lo stesso si trasformi in un ostacolo è piuttosto alto, rendendo difficile il monitoraggio delle spese nel lungo periodo. Non solo: con il passare del tempo si può incorrere in controlli fiscali minuziosi e, in mancanza di una prova in grado di testimoniare gli acquisti, anche in pesanti sanzioni.

Gli svantaggi però non finiscono qui, infatti utilizzando i contanti è facile incontrare anche i seguenti problemi:

  • Rischio di furto o smarrimento: portare con sé grandi quantità di denaro fisico espone le persone a furti e smarrimenti, causando conseguenze finanziare anche gravi;
  • Mancanza di tracciabilità: non lasciando alcuna traccia digitale, i contanti vengono spesso utilizzati per nascondere le proprie intenzioni, arrivando a compiere attività illegali come l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro;
  • Limitazioni nell’uso online: anche se nella maggior parte degli eCommerce è presente la possibilità di pagare in contrassegno, questa opzione spesso comporta costi aggiuntivi e difficoltà nel caso in cui non si disponga della cifra esatta da pagare al momento della ricezione dell’ordine.

Contante o carta? I dati sulle preferenze degli italiani

Anche se il contante risulta essere il metodo di pagamento più utilizzato, gli italiani hanno spesso dichiarato di dovervi ricorrere nei casi in cui non era stato possibile pagare tramite il proprio mezzo preferito. Come emerge dal report, il 40% delle persone hanno affermato di aver dovuto utilizzare una soluzione diversa per gli ostacoli che gli si sono presentati davanti, rappresentati per il 15,3% da malfunzionamenti tecnici e per l’11,5% dai costi associati alla transazione digitale. Le abitudini di pagamento vengono descritte approfonditamente nel rapporto citato in precedenza, nel quale sono stati analizzati sia gli acquisti online che quelli condotti in presenza.

In relazione agli acquisti online, il metodo di pagamento più diffuso è la carta prepagata (22,4%), che ha registrato un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. I digital wallet si fermano al secondo posto con un 18,7% di preferenze, in netto calo rispetto al 2022 quando la percentuale era del 26,1. L’addebito diretto sul conto corrente ha vissuto una rapida crescita, partendo dal 6,3% del 2022 e arrivando al 18,5% del 2023, seguito poi dalle carte di credito (13,2% nel 2023 e 14,6% nel 2022) e dalle carte di debito (11,9% nel 2023 e 16,6% nel 2022). I bonifici istantanei chiudono la classifica con un 3,6% di preferenze nel 2023, mentre nell’anno precedente raggiungevano il 5,9%.

Gli acquisti nei negozi fisici mostrano un quadro ancora diverso, con un utilizzo delle carte di debito stabile al 29%, e delle carte di credito in calo dal 12,3% del 2022 al 9,4% dello scorso anno. I wallet digitali rappresentano appena il 4% delle transazioni del 2023, perdendo 6 punti percentuali rispetto al 2022, in cui veniva utilizzato per il 10,1% degli acquisti. Tra i più apprezzati dell’ultimo anno compaiono anche le carte prepagate (9,9% nel 2023 rispetto al 6,3% dell’anno precedente) che anticipano gli ultimi metodi di pagamento in classifica, ovvero i bonifici istantanei e gli addebiti diretti sul conto bancario, che raggiungono rispettivamente il 4,8% e il 3,8%.


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