21 Dicembre 2022

Il Digital Markets Act e l’impatto sui mercati digitali

Il Digital Markets Act è uno scudo legislativo europeo che disciplina il ruolo e le responsabilità dei grandi operatori digitali (gatekeeper).

Digital Markets Act: che cosa prevede il nuovo Regolamento UE 2022/1925 sui mercati digitali?

Il ruolo economico dei servizi digitali e delle piattaforme online è cresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni, con sempre più consumatori e aziende che fanno uso di questi servizi.

Per garantire che tali piattaforme mantengano un comportamento corretto, il 1° novembre 2022 è entrato in vigore il Regolamento UE 2022/1925 sui mercati digitali, meglio noto come Digital Markets Act (DMA). Il DMA è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e inizierà ad essere applicato sei mesi dopo la sua entrata in vigore, ossia il 2 maggio 2023. La legge è stata proposta dalla Commissione europea nel dicembre 2020 e successivamente approvata dal Parlamento nel marzo di quest’anno.

Il Digital Market Act, come riportato in una nota della Commissione europea, «porrà fine alle pratiche sleali delle imprese che operano da gatekeeper nell’economia delle piattaforme online» per garantire il corretto funzionamento del mercato interno e assicurare la contendibilità e l’equità dei mercati nel settore digitale. In altre parole, il nuovo regolamento Ue è uno scudo legislativo il cui obiettivo è contrastare le pratiche commerciali dannose e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech per evitare che queste abusino della propria posizione, assicurando sia la parità di condizioni nel mercato digitale che il diritto dei consumatori ad avere accesso a servizi sicuri.

Nel dettaglio, la legge sui mercati digitali stabilisce una serie di criteri oggettivi per definire le situazioni in cui una piattaforma online di grandi dimensioni è considerata un gatekeeper, ovvero quelle imprese che gestiscono uno o più Core platform services – in italiano, “servizi di piattaforma di base”- e detengono:

  • Una posizione economica forte, hanno un impatto significativo sul mercato interno e operano in più paesi dell’UE. L’impresa è designata come gatekeeper se raggiunge un fatturato annuo nell’Unione pari o superiore a 7,5 miliardi di euro in ciascuno degli ultimi tre esercizi finanziari, o se la sua capitalizzazione di mercato media o il suo valore equo di mercato equivalente era quanto meno pari a 75 miliardi di euro nell’ultimo esercizio finanziario, e se essa fornisce lo stesso servizio di piattaforma di base in almeno tre Stati membri;
  • Una forte posizione di intermediazione, nel senso che collegano un’ampia base di utenti a un gran numero di imprese. L’impresa fornisce un servizio di piattaforma di base che, nell’ultimo esercizio finanziario, annovera almeno 45 milioni di utenti finali attivi su base mensile, stabiliti o situati nell’Unione, e almeno 10 000 utenti commerciali attivi su base annua stabiliti nell’Unione;
  • Una posizione solida e duratura sul mercato, nell’ambito delle proprie attività, o è prevedibile che acquisisca siffatta posizione nel prossimo futuro. In questo caso, l’impresa deve aver risposto ai due criteri di cui sopra in ciascuno degli ultimi tre esercizi finanziari.

Tra i Core platform services forniti dalle piattaforme digitali rientrano: social network, motori di ricerca, servizi di messaggistica e di condivisione video, piattaforme di vendita online, assistenti virtuali, browser web, servizi di cloud computing, sistemi operativi, mercati online, i servizi pubblicitari.

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Quali sono gli obblighi e i divieti per i gatekeeper?

Il Regolamento UE 2022/1925 sui mercati digitali stabilisce un elenco di obblighi e divieti che i gatekeeper dovranno rispettare nelle loro operazioni quotidiane per garantire l’equità dei mercati digitali e proteggere i consumatori.

Ecco quali sono principali obblighi previsti dal DMA:

  • Rendere i propri servizi interoperabili per i terzi in situazioni specifiche;
  • Consentire agli utenti commerciali di accedere ai dati che generano utilizzando la piattaforma;
  • Fornire alle imprese che fanno pubblicità sulla piattaforma gli strumenti e le informazioni necessarie per consentire agli inserzionisti e agli editori di effettuare verifiche indipendenti dei messaggi pubblicitari ospitati dalla piattaforma;
  • Consentire agli utenti commerciali di promuovere la loro offerta e concludere contratti con clienti al di fuori della piattaforma.

Sul fronte dei divieti, invece, il Digital Markets Act proibisce ai gatekeeper di:

  • Riservare ai propri servizi e prodotti un trattamento favorevole in termini di classificazione rispetto a servizi o prodotti analoghi offerti da terzi sulla loro piattaforma;
  • Impedire ai consumatori di mettersi in contatto con le imprese al di fuori della piattaforma;
  • Impedire agli utenti di disinstallare applicazioni o software preinstallati, se lo desiderano;
  • Tenere traccia per motivi pubblicitari degli utenti finali al di fuori dei servizi essenziali della piattaforma, senza previo consenso dei diretti interessati.

Come abbiamo già detto, la normativa sui mercati digitali sarà applicabile a partire dall’inizio di maggio 2023. Entro due mesi, e quindi non oltre il 3 luglio 2023, le società che forniscono servizi di piattaforma essenziali dovranno notificare e fornire alla Commissione tutte le informazioni pertinenti.

La Commissione avrà a disposizione due mesi per valutare se l’impresa corrisponde ai requisiti e designarla previsti dal DMA e designarla come gatekeeper. In seguito, i gatekeeper designati disporranno di un massimo di sei mesi per conformarsi ai requisiti della legge sui mercati digitali.

Quali sono le sanzioni in caso di violazioni del DMA?

In caso di violazione delle disposizioni del DMA, i gatekeeper rischiano una sanzione fino al 10% del loro fatturato mondiale totale annuo dell’impresa, o fino al 20% in caso di violazioni ripetute. È prevista anche una penalità di mora fino al 5% del fatturato medio giornaliero.

In caso di infrazioni sistematiche degli obblighi, la Commissione europea potrà imporre alle piattaforme ulteriori misure correttive a seguito di un’indagine di mercato. Tali misure correttive dovranno essere proporzionate al reato commesso. Inoltre, se ritenuto necessario e in ultima istanza, potranno essere imposte misure correttive di carattere non finanziario, tra cui rimedi comportamentali e strutturali, quali l’obbligo di vendere un’attività o parti di essa.

I vantaggi del Digital Markets Act

Il Regolamento UE 2022/1925 permetterà di creare un ambiente digitale più equilibrato, stimolare l’innovazione nel settore e tutelare i consumatori.

I vantaggi della normativa sui mercati digitali saranno molteplici:

  • Gli utenti commerciali che dipendono dai gatekeeper per offrire i loro servizi nel mercato unico potranno operare in un contesto più equo;
  • Le imprese innovative e le start-up tecnologiche avranno nuove opportunità per competere e innovare nell’ambiente delle piattaforme online, senza dover rispettare condizioni inique che ne limitino lo sviluppo;
  • I consumatori disporranno di servizi più numerosi e migliori, della possibilità di cambiare più facilmente fornitore se lo desiderano, di un accesso diretto ai servizi e di prezzi più equi;
  • I gatekeeper manterranno inalterata la possibilità di innovare e offrire nuovi servizi, ma non saranno autorizzati a ricorrere a pratiche sleali nei confronti degli utenti commerciali e dei clienti che dipendono da loro per ottenere un vantaggio indebito.

Qual è l’impatto del DMA sul settore dei pagamenti digitali?

Lo scorso 2 maggio Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea e a capo dell’Antitrust, in occasione della conferenza stampa dedicata all’apertura di un dossier a carico di Apple ha dichiarato che «la legge sui mercati digitali avrà un effetto diretto sui pagamenti digitali. Richiederà alle aziende designate come gatekeeper di garantire l’effettiva interoperabilità con le caratteristiche hardware e software che esse stesse utilizzano nei loro ecosistemi. Ciò include l’accesso all’NFC per i pagamenti mobili».

Secondo l’indagine della Commissione europea, avviata nel giugno del 2020 per valutare se il comportamento di Apple in relazione ad Apple Pay violi le norme UE sulla concorrenza, l’azienda di Cupertino detiene una posizione significativa sul mercato dei dispositivi e una posizione dominante per quanto riguarda l’ingresso NFC e i portafogli su iOS.

Dal dossier emerge che Apple ha costruito un mondo chiuso attorno ai suoi dispositivi e al suo sistema operativo, iOS, controllando le porte di questo ecosistema e stabilendo le regole del gioco per chiunque voglia raggiungere i consumatori che utilizzano i dispositivi Apple. Ma altri sviluppatori di app dipendono dall’accesso a questo ecosistema per sviluppare portafogli mobili innovativi.

In definitiva, il potenziale di innovazione è enorme, ma poiché Apple non viene sfidata ha pochi incentivi ad aprire il suo ecosistema. Il Digital Markets Act offre la possibilità di correggere questi squilibri e consentire a soggetti nuovi e innovativi di entrare nel mercato dei pagamenti digitali, creando un maggiore equilibrio al fine di assicurare ai consumatori pagamenti sicuri, continui e veloci nelle loro transazioni quotidiane.

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