16 Febbraio 2022

Bonus POS al 100%: come richiederlo

Un aspetto della quotidianità che sta sempre più aumentando di volume è quello dei pagamenti elettronici, sia grazie alle spinte ed iniziative governative come il Cashback di Stato attivo fino al giugno 2021, sia per l’effettiva comodità, sicurezza e rapidità che il sistema dei pagamenti elettronici in generale garantisce. Alla crescita del settore occorre però una sempre costante attenzione da parte del sistema verso tutte le parti coinvolte, dunque non solo l’utente finale che fa acquisti attraverso un POS, una carta di credito o di debito. Troppe volte, infatti, non si tiene conto di tutti gli aspetti legati ai pagamenti elettronici per chi li riceve, cioè l’esercente che deve fare i conti con le spese di commissione per i terminali di pagamento con il POS. Spese che senza dubbio possono andare a impattare sui guadagni di una determinata attività, e quindi non possono venire nascoste sotto un tappeto.

Il bonus sui pagamenti elettronici

Partendo da questa doverosa premessa, è importante sottolineare come le ultime novità a livello normativo vogliano continuare a sostenere e agevolare i pagamenti elettronici, visto che lo scorso 30 giugno 2021 è stato approvato un nuovo decreto legge che sostanzialmente azzera le commissioni addebitate per alcuni tipi di transizioni, che vengono rimborsate successivamente. In parallelo alla sospensione del Cashback di Stato, il Governo Italiano ha deciso di alzare dal 30% al 100% il credito d’imposta che viene riconosciuto per far fronte a queste spese. Una piccola-grande rivoluzione che garantisce a individui e imprese che ne hanno diritto un’agevolazione fiscale che va incontro alle esigenze dei singoli esercenti permettendo di poter azzerare questo determinato tipo di uscita.


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Come specificato dall’Agenzia delle Entrate, hanno diritto a richiedere il Bonus POS tutti gli imprenditori o i lavoratori autonomi per i quali risultino nell’anno precedente ricavi e compensi inferiori ai 400.000 euro. L’utilizzatore dovrà poi adottare strumenti di pagamento elettronici che saranno adattati per la trasmissione telematica degli incassi registrati con carte di debito o credito, oltre ovviamente a tutte le altre forme assimilabili. Nel mese successivo sarà quindi possibile usufruire del credito d’imposta tramite un modello F24 e l’utilizzo di un codice tributo specifico, il 6916 che è stato denominato “Credito d’imposta commissioni pagamenti elettronici – art. 22, DL 26 ottobre 2019, n. 124”.

Bonus POS anche sul noleggio e sull’acquisto dei terminali

Il decreto legge riguardante questa novità però non si ferma qui, ma propone per il richiedente del Bonus POS un altro importante vantaggio, riguardante proprio gli strumenti che vanno a processare il pagamento elettronico. Se il credito d’imposta sulle commissioni esisteva già (seppur in maniera minore e limitato al 30%) ne è stato lanciato uno ulteriore che copre dal 100% al 40% chi acquista, noleggia o utilizza strumenti evoluti d’incasso, i quali consentono la memorizzazione e la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate. Entrando nello specifico della novità, questa prevede da subito e fino al 30 giugno 2022 un rimborso compreso tra il 10% e il 70% sull’acquisto, noleggio o utilizzo di POS tradizionali collegati ai registratori di cassa a seconda dei ricavi o compensi del periodo d’imposta precedente. Lo stesso bonus sale però tra il 40% e il 100% quando si parla di Smart POS, sempre considerando il valore dei precedenti periodi d’imposta. Per essere completamente adeguati alla normativa e ottenere il bonus POS, gli esercenti dovranno quindi essere forniti di un registratore di cassa telematico, ovvero con connessione ad internet, ed un dispositivo POS. Axepta non dispone di registratori di cassa ma vanta diversi dispositivi per i pagamenti nel tuo punto vendita, in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza.

Per gli smart POS il bonus sale al 100%, ma cosa sono?

Questa netta differenza obbliga ad aprire una finestra sugli Smart POS, definibili come dei terminali evoluti per la gestione dei pagamenti elettronici. Oltre a presentare uno schermo touchscreen e a offrire più funzioni all’esercente, questi permettono anche l’utilizzo di più strumenti di transazione, come le carte contactless oppure tutti gli smartphone collegati al proprio wallet digitale. Gli Smart POS rappresentano quindi un ulteriore passo avanti nella gestione della procedura degli incassi, e il loro utilizzo è appunto “spinto” dal decreto legge oggetto di questo approfondimento.

Va aggiunto come per l’utilizzo del credito d’imposta per le commissioni sui pagamenti elettronici richieda alcuni passaggi per poter essere correttamente accettato. Prima di tutto l’invio dei dati che dev’essere fatto per via telematica (attraverso uno strumento che ne garantisca l’integrità, come la PEC) entro il ventesimo giorno del mese successivo a ogni periodo di riferimento, data che può essere leggermente ritoccata se lo stesso giorno è un festivo, con lo spostamento alla prima data utile. Inoltre, ogni esercente che richiede e utilizza questa agevolazione, è tenuto a conservare per dieci anni la documentazione relativa alle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con strumenti elettronici di pagamento. Questo, come indicato dall’Agenzia delle Entrate, è finalizzato all’eventuale controllo dell’effettiva spettanza del credito stesso, ma anche per l’analisi della quantità di dati e un’attività di controllo e verifica sull’utilizzo dei terminali.

Bonus POS 2023: tutte le novità

Il credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti elettronici, ovvero il cosiddetto Bonus POS è una misura introdotta nel 2020 dal Decreto-Legge n.124/2019 con un duplice obiettivo: sostenere e incentivare l’adozione di mezzi di pagamento elettronici presso i punti vendita degli esercenti e gli studi dei professionisti.

Il Bonus POS è stato progressivamente rifinanziato e anche per il 2023 i commercianti, le imprese, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti possono richiedere il beneficio fiscale se in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa.

Il credito d’imposta è pari al 30% delle commissioni addebitate per tutte le transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento tracciabili con privati consumatori. Le tipologie di transazioni soggette all’erogazione del credito d’imposta sono tutti i pagamenti effettuati con carta di debito, di credito, prepagata o mediante altri strumenti di pagamento digitali, come e-wallet, smartphone o smartwatch. Scopri di più.


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