15 Novembre 2022

Credito d’imposta POS: tutto quello devi sapere. La guida aggiornata

Il credito d’imposta POS è una forma di agevolazione fiscale rivolta ad imprenditori e lavoratori autonomi che ricevono pagamenti proprio attraverso questi dispositivi. 

Che cos’è il credito d’importa commissioni POS 2022?

Il credito d’imposta POS è un importante incentivo volto a sostenere l’adozione di strumenti per accettare pagamenti elettronici che, come evidenziato da un sondaggio condotto da Statista nel 2022, sono sempre più utilizzati dagli italiani: il 45% degli intervistati ha, infatti, confermato di aver utilizzato una carta di credito per i suoi acquisti negli ultimi 12 mesi, mentre il 43% ha dichiarato di aver pagato con Bancomat.

È quindi evidente che l’utilizzo dei POS non è più una semplice questione di comodità e praticità, ma rappresenta un vero e proprio elemento chiave per lo sviluppo del business di chiunque voglia offrire ai suoi clienti la possibilità di pagare in modo rapido ed efficiente. Il terminale di pagamento è inoltre uno strumento obbligatorio e, in base a quanto previsto dal Decreto PNRR2, gli esercenti e i professionisti che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici sono soggetti a una sanzione amministrativa pari a 30 euro a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

Al fine di agevolare l’adozione dei POS da parte di imprenditori e lavoratori autonomi, e con l’obiettivo di sostenere la diffusione dei pagamenti digitali e combattere l’evasione fiscale, il Governo ha introdotto un credito d’imposta POS del 30% sulle commissioni pagate dall’esercente in relazione a pagamenti effettuati dai consumatori finali con carte di credito, di debito o prepagate, oppure con altri strumenti di pagamento elettronico tracciabili, come previsto dall’articolo 22 del Decreto Legge 124/2019.

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Come richiedere il credito commissioni POS e chi ne ha diritto?

Il credito d’imposta sulle commissioni POS è una forma di agevolazione fiscale rivolta ad imprenditori e lavoratori autonomi che ricevono pagamenti attraverso questi innovativi dispositivi.

Per richiederlo bisogna comunicare i dati dell’esercente all’Agenzia delle Entrate tramite la compilazione del modello F24. Nel documento bisogna inserire il codice tributo “6916” per compensare il credito riconosciuto. La comunicazione dovrà essere effettuata in modalità telematica, tramite il Sistema di Interscambio Dati (SID), e dovrà contenere:

  • Codice fiscale dell’esercente;
  • Anno e il mese di addebito delle commissioni;
  • Numero totale delle operazioni di pagamento effettuate nel periodo di riferimento;
  • Numero totale delle operazioni di pagamento riconducibili a consumatori finali nel periodo di riferimento;
  • Importo delle commissioni addebitate per le operazioni di pagamento riconducibili a consumatori finali;
  • Ammontare dei costi fissi periodici che ricomprendono un numero variabile di operazioni in franchigia anche se includono il canone per la fornitura del servizio di accettazione.

L’inoltro delle comunicazioni deve essere effettuato entro il ventesimo giorno del mese successivo a ciascun periodo di riferimento. Se il ventesimo giorno è festivo, la scadenza è prorogata al primo giorno seguente non festivo. La proroga si applica anche ai termini che scadono nella giornata di sabato.

Il rimborso fiscale è pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate tramite carte di credito, di debito o prepagate. Sono escluse le transazioni effettuate con carte aziendali. Il credito potrà poi essere utilizzato per compensazione negli anni successivi nel modello F24.

Chi può beneficiare del credito d’imposta POS? La misura è destinata a tutti gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni con un fatturato annuo uguale o inferiore a 400.000 euro (nell’anno d’imposta precedente a quello di riferimento), ovvero piccole e medie attività.

Bonus Bancomat 2022: a chi spetta e in che percentuale?

Oltre al credito d’imposta POS, per tutto il 2022, secondo quanto previsto dal Decreto-Legge 30 giugno 2021, n.99, è possibile ottenere un credito di imposta fino a 320 euro per coloro che acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri.

Il Bonus Bancomat spetta nel limite massimo di spesa per soggetto di 320 euro, nelle seguenti misure:

  • 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
  • 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
  • 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.

Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione, successivamente al sostenimento della spesa, e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

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