24 Marzo 2023

È boom dell’Intelligenza Artificiale in Italia

In Italia si sta assistendo ad un’impennata del numero di aziende che investono nel campo dell’Intelligenza Artificiale, tra cui quelle che si concentrano sulla realizzazione di sistemi di pagamento volti a rendere le transazioni digitali più rapide e sicure.

Intelligenza Artificiale Italia: che cosa raccontano i dati?

Il mondo così come lo conosciamo è destinato a cambiare e oggi l’Intelligenza Artificiale (IA) è in prima linea in questa trasformazione. Secondo i risultati della ricerca condotta dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno Artificial Intelligence: l’era dell’implementazione dello scorso febbraio, anche in Italia, la penetrazione dell’IA è in crescita.

Nel nostro Paese, infatti, il mercato dell’IA nel 2022 ha raggiunto 500 milioni di euro, registrando una crescita del 32% in un solo anno, di cui il 73% commissionato da imprese italiane (365 milioni di euro) e il 27% rappresentato da export di progetti (135 milioni di euro). Nonostante il complesso panorama internazionale, le performance di nuovi prodotti, come Dall-E2 e l’ormai nota ChatGPT, che hanno avuto un impatto notevole su milioni di persone e mostrato le potenzialità dell’IA, stanno cambiando la concezione che le aziende italiane hanno sull’uso di questa tecnologia.

L’ampia diffusione dell’Intelligenza Artificiale, infatti, ha determinato una rivoluzione nel modo di operare delle aziende: oggi ben il 61% delle grandi imprese del Belpaese ha già avviato almeno un progetto di AI, con un 10 punti percentuali in più rispetto a cinque anni fa. E tra queste, il 42% ne ha più di uno operativo. Tra le piccole e medie imprese, invece, il 15% ha almeno un progetto di AI avviato (nel 2021 erano solo il 6%) e una su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.

Un altro dato interessante riguarda la consapevolezza degli italiani sull’AI: secondo la ricerca, il 93% ha già sentito parlare di Intelligenza Artificiale, mentre il 55% afferma che è molto presente nella quotidianità e circa 4 su 10 (37%) nella vita lavorativa. Non mancano però le perplessità: il 73% nutre dei timori, legati soprattutto all’impatto dell’IA sul mondo del lavoro, tuttavia solo il 19% è contrario all’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nelle attività professionali.

Come riportato in un recente articolo dellOsservatorio Intelligenza Artificiale di Ansa, la quota più significativa del mercato dell’AI italiano, ossia il 34%, è legata a soluzioni utilizzate per estrarre e analizzare informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), soprattutto per previsioni in ambiti di pianificazione aziendale e gestione degli investimenti.

A registrare una significativa crescita è anche l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, la cosiddetta Language AI (28%) di cui fanno parte anche i chatbot, come ChatGpt, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni da documenti, email, social e Internet. Al 19% si segnala poi l’area degli algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System), mentre il 10% del mercato va alle iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione.

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Che cos’è l’AI e quali sono i principi del Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale?

Come abbiamo visto, i dati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, evidenziano che la relazione tra IA e persone sta già cambiando il mondo del lavoro e, quindi, anche il nostro futuro.

Ma che cos’è esattamente l’Intelligenza Artificiale? A dare una definizione condivisa da tutti gli esperti in questo campo è stato l’ingegnere italiano Marco Somalvico, professore ordinario al Politecnico di Milano, dove ha tenuto diversi corsi, tra cui quelli dedicati alla programmazione avanzata, alla robotica e, naturalmente, all’Artificial Intelligence (AI). Somalvico spiega che:

«L’Intelligenza Artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.»

In altre parole, l’Intelligenza Artificiale è la scienza che si occupa di creare macchine capaci di svolgere operazioni talmente complesse da avvicinarsi alle capacità dell’intelligenza umana. Questa tecnologia, infatti, è in grado di prendere decisioni basate su dati raccolti, automatizzando così alcuni processi.

L’AI sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella trasformazione digitale, per questo motivo l’Italia ha adottato il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale 2022-2024, frutto del lavoro congiunto del Ministero dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e grazie al supporto del gruppo di lavoro sulla Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale.

Il Programma, in linea con la Strategia Europea, delinea ventiquattro politiche da implementare nei prossimi tre anni per potenziare il sistema IA in Italia, attraverso creazione e potenziamento di competenze, ricerca, programmi di sviluppo e applicazioni dell’Intelligenza Artificiale.

Queste politiche hanno l’obiettivo di rendere l’Italia un centro sull’AI competitivo a livello globale, rafforzando così la ricerca e incentivando il trasferimento tecnologico. Allo scopo di rispondere a queste importanti sfide sono state individuate le fonti di investimento, europee e nazionali per sostenere ciascuna politica.

Intelligenza Artificiale pagamenti: a che punto siamo?

Uno dei possibili campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale è quello dei pagamenti digitali infatti non è un caso se oggi, sempre più spesso, si sente parlare di Innovative Payments, vale a dire soluzioni di pagamento innovative che sono in grado di garantire un’esperienza di acquisto più semplice e immediata.

A fornire un’analisi delle quattro soluzioni che stanno già cambiando il modo in cui paghiamo i nostri acquisti è l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano:

Mobile Payment

Sono tutti quei pagamenti effettuati tramite smartphone che permettono l’acquisto e il pagamento di beni e servizi attraverso il cellulare sia in modalità remote, ossia a distanza, che in modalità proximity, cioè in prossimità. Questo tipo di pagamento si basa sulla tecnologia NFC (Near Field Communication), la stessa delle carte contactless, e quindi può essere accettato dai POS che supportano la medesima tecnologia. Per i pagamenti con smartphone è possibile autenticare la transazione mediante PIN o riconoscimento biometrico.

Smart Objects Payment

Qualsiasi oggetto connesso e intelligente può diventare uno strumento che consente di effettuare pagamenti digitali, non solo gli smartphone. Rientrano nella categoria Internet of Things (IoT) gli elettrodomestici (Smart Appliance Payment) gli altoparlanti (Smart Speaker Payment) e le automobili (Smart Car Payment).

Wearable Payment

Sono dispositivi indossabili, come gli smartwatch e i fitness tracker, connessi a Internet e abilitati ai pagamenti contactless grazie ad appositi chip dotati di tecnologia NFC. I pagamenti wearable, rispetto a quelli effettuati con carta fisica, sono più comodi e immediati perché non è necessario estrarre nulla dalla tasca o dalla borsa: basta utilizzare, ad esempio, un orologio intelligente.

Device-free payment

Sono pagamenti semplici e immediati che non richiedono l’utilizzo di strumenti di pagamento e sfruttano la biometria (ad esempio: riconoscimento facciale, vocale o delle impronte) o consentono l’addebito automatico senza che l’utente realizzi alcuna operazione (Invisible Payments).

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