3 Novembre 2022

Pagamento POS: quanto costa davvero agli esercenti?

I costi legati al pagamento POS sono uno dei motivi più comuni per cui ancora oggi numerose attività rifiutano di accettare pagamenti con carta di credito o bancomat. Worldline, da anni attiva nel mondo dei pagamenti innovativi, offre ai propri clienti soluzioni di pagamento semplici e intuitive al fine di favorire l’acquisto di terminali POS per incassare pagamenti elettronici.

Pagamenti POS: in Italia la moneta elettronica conquista terreno

In Italia la digitalizzazione dei pagamenti è ormai una realtà consolidata e una fotografia molto interessante di questo trend positivo la fornisce l’analisi elaborata dall’Osservatorio Innovative payments del Politecnico di Milano: nel 2021 i pagamenti digitali hanno raggiunto 327 miliardi di euro (+22% rispetto al 2020), mentre le transazioni tramite carte contactless, pari a 126,5 miliardi di euro, si confermano anche nel 2021 la modalità di pagamento preferita dagli italiani per effettuare acquisti nei negozi fisici.

Un altro dato interessante riguarda i cosiddetti Mobile e Wearable Payments, ovvero i pagamenti effettuati in negozio da smartphone o da oggetti indossabili, come gli smartwatch, che superano i 7 miliardi di euro nel 2021, raddoppiando il loro valore rispetto al 2020 (+106%) e conquistano un posto di rilievo nel panorama dei pagamenti innovativi.

Questi dati ci raccontano che i pagamenti digitali e contactless sono entrati nella quotidianità di consumatori, commercianti e professionisti, tuttavia se da un lato gli e-payments sembrano avere successo in moltissimi settori, dall’altro esiste ancora oggi una fetta di mercato restia ad adottare questo tipo di pagamenti. A scoraggiare l’adesione da parte degli esercenti a questa modalità di incasso sono i costi legati al pagamento POS: questo processo di digitalizzazione dei pagamenti, infatti, comporta un costo per i negozianti che devono acquistare terminali POS e fare i conti con le commissioni applicate dagli istituti bancari.

I commercianti hanno spesso giustificato la mancata disponibilità del dispositivo all’interno della loro attività con le spese eccessive derivanti dall’utilizzo di POS, un motivo apparentemente valido, anche se non del tutto giustificato. Ma i costi delle commissioni applicate ai pagamenti con il POS sono davvero così insostenibili? E gli esercenti possono rifiutare i pagamenti elettronici addebitandolo alle commissioni bancarie?

A queste domande cercheremo di rispondere nel proseguo dell’articolo, analizzando da vicino i diversi aspetti legati all’acquisto e all’utilizzo dei terminali POS.

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Pagamenti POS obbligatori: quali sono le nuove regole sui pagamenti elettronici?

Partiamo dalle novità introdotte dal Decreto-Legge n.36/2022, recante misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Dallo scorso 30 giugno sono scattate le sanzioni per esercenti e professionisti che non accettano pagamenti elettronici e quindi non consentono ai clienti di pagare con carta di credito, bancomat o altre forme di pagamento digitale.

Quindi, secondo le nuove disposizioni introdotte dal decreto citato, dal 1° luglio 2022 chi effettua l’attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, dovrà dotarsi di un POS e se rifiuta di accettare pagamenti elettronici rischia una sanzione amministrativa pari a 30 euro, cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

Cerchiamo di rendere più chiaro un concetto astratto con un esempio concreto per comprendere meglio quali sono le conseguenze in caso di violazione delle norme: se un esercente o un professionista rifiuta un pagamento di 10 euro, la sanzione sarà di 30,40 euro, mentre la multa sale a 34 euro se il pagamento rifiutato è pari a 100 euro.

Va inoltre ricordato che se un cliente entra in un negozio e vuole pagare con carta, ma l’esercizio commerciale rifiuta la transazione perché non ha ancora a disposizione il POS, il cliente può segnalare la violazione alle autorità competenti (Polizia Locale o Guardia di Finanza) che provvederanno ad effettuare gli opportuni controlli.

Quanto costa avere un POS?

Il costo del POS in Italia è al centro dello studio realizzato dall’Osservatorio ConfrontaConti e SOStariffe.it che hanno individuato le spese effettive che esercenti e professionisti devono sostenere per dotarsi di un dispositivo di pagamento.

I dati raccolti sono stati poi confrontati con quelli della precedente rilevazione, risalente al 2017. Dall’analisi emerge che nel nostro Paese il costo è diminuito in modo significativo dal 2017 al 2022: basti pensare che il solo canone mensile richiesto dai provider di servizi di pagamento è calato del 63%.

Nel dettaglio, si registra un calo dei costi fissi e, in particolare, della spesa iniziale da sostenere per l’acquisto o il noleggio del terminale di pagamento. Lo studio ha rilevato, infatti, che la spesa media iniziale per gli esercenti è ora pari a 22,82 euro con un calo del 66,5% rispetto ai dati del 2017, mentre la differenza di prezzo tra un POS Mobile (circa 26 euro) ed un POS Fisso (circa 19 euro) è di più o meno 7 euro.

Come abbiamo già detto, si riduce anche il canone mensile medio richiesto per il POS e oggi professionisti ed esercenti devono mettere in conto solo una spesa di 6,60 euro al mese che scende a 5,11 euro al mese se si parla di POS Mobile.

Ciò che si ricava dal confronto tra 2017 e 2022 è quindi un sostanziale calo dei costi fissi con la spesa iniziale che attualmente, in media, è inferiore di 44 euro, mentre il canone mensile è pari a 12 euro. Che cosa significa? Vuol dire che l’installazione e la gestione del POS obbligatorio per esercenti e professionisti sono più accessibili e accettare pagamenti elettronici è diventato più economico.

Un altro elemento che ha contribuito a rendere più facile e conveniente l’accettazione dei pagamenti elettronici è l’abbassamento dei costi legati alle commissioni sulle transazioni che nel 2022, stando al circuito PagoBancomat, sono dell’1,4%, un dato sensibilmente inferiore rispetto all’1,92% praticato nel 2017. Per quanto riguarda i pagamenti effettuati tramite altri circuiti di pagamento, invece, la media è di una commissione pari all’1,66% con un caso di quasi un punto percentuale rispetto ai dati del 2017 (2,56%).

L’indagine propone anche delle che hanno l’obiettivo di quantificare il calo percentuale della spesa media che esercenti e professionisti registrano nel confronto tra il 2017 e il 2022. Per quanto riguarda i negozianti, il calo della spesa è compreso tra il 25% e il 44% e la spesa complessiva oscilla tra 2.773 euro e 3.734 euro.

Dal Bonus POS al credito d’imposta: perché usare un terminale di pagamento conviene?

Oggi chi decide di dotarsi di un dispositivo di pagamento, oltre ad adeguarsi alle norme sul POS obbligatorio per esercenti e professionisti, può beneficiare di una serie di agevolazioni che hanno l’obiettivo di semplificare gli investimenti iniziali ed incentivare le transazioni con carta, rendendo l’acquisto o il noleggio del POS una scelta intelligente e soprattutto conveniente.

Stiamo parlando innanzitutto del Bonus POS, l’agevolazione contenuta nel decreto Fisco, Lavoro e Imprese, che prevede l’erogazione di un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sul transato del terminale POS. Possono beneficiare del bonus tutti gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni con un fatturato annuo uguale o inferiore a 400.000 euro (nell’anno d’imposta precedente a quello di riferimento), ovvero piccole e medie attività.

Oltre al Bonus POS, per tutto il 2022, secondo quanto previsto dal Decreto-Legge 30 giugno 2021, n.99, è possibile ottenere un credito di imposta fino a 320 euro per coloro che acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri. il credito d’imposta spetta nel limite massimo di spesa per soggetto di 320 euro, nelle seguenti misure:

  • 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
  • 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
  • 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.

Il credito è utilizzabile esclusivamente in compensazione, successivamente al sostenimento della spesa, e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

Costo POS e tariffe Worldline: tutte le voci di spesa per l’esercente tra costi fissi e commissioni

Scopriamo insieme quali sono i costi tradizionalmente legati all’acquisto POS e perché Worldline è la soluzione ideale per la tua attività:

  • Costo terminale POS: Worldline offre tutte le tipologie POS in comodato d’uso gratuito. In altre parole, con Worldline hai un terminale in utilizzo a costo zero e puoi sostituirlo senza pensieri in caso di necessità
  • Commissione mensile di acquiring: è una spesa ricorrente che l’esercente deve pagare mensilmente per i servizi di autorizzazione dei pagamenti tramite i circuiti. Tra le tariffe Worldline disponibili online, la tariffa Start è priva di commissione mensile di acquiring, ovvero con zero costi fissi mensili, tariffa consigliata per chi inizia ad incassare con il POS;
  • Installazione: non è previsto alcun costo aggiuntivo per l’installazione del dispositivo POS all’interno del punto vendita. Infatti, l’installazione dei terminali è inclusa nella tariffa e prevede l’uscita di un tecnico che provvederà al settaggio iniziale del terminale;
  • Attivazione: alcuni POS possono prevedere un costo addizionale una tantum per l’attivazione del servizio. Le tariffe Worldline disponibili online non prevedono alcun costo aggiuntivo di attivazione;
  • Apertura conto: è invece possibile incassare i pagamenti direttamente su qualsiasi conto corrente aziendale aperto in Italia e se si tratta di una ditta individuale o di un libero professionista è possibile accettare anche un conto corrente personale. Con Worldline, a differenza di altri fornitori POS, l’attivazione del servizio di accettazione carta non è vincolata all’apertura di un conto corrente dedicato per incassare i pagamenti elettronici;
  • Costi di gestione: corrispondono alle commissioni per la gestione del transato annuo e vengono addebitati all’esercente solo se ha un transato annuo inferiore ad un certo limite. Le offerte online di Worldline non prevedono alcun costo di gestione ai propri terminali, fatta eccezione per la tariffa Start (senza commissione mensile) che prevede l’applicazione di un costo di gestione pari a 79 euro solo ed esclusivamente quando il transato annuo dell’attività risulti molto basso, ovvero inferiore a 6.000 euro. Il costo di gestione eventualmente da corrispondere se non si raggiunge il transato annuo citato risulta comunque marginale a fronte dell’assenza della commissione mensile;
  • Assistenza tecnica: con Worldline vengono offerti servizi di assistenza tecnica sul terminale in comodato d’uso senza costi aggiuntivi;
  • Commissioni % per transazione: i costi possono variare in base ai circuiti stessi (Visa, MasterCard, Maestro, PagoBANCOMAT) oltre che alla natura della carta: debito, credito, consumer o aziendale. Le offerte online di Worldline prevedono per tutti i terminali la sola distinzione delle commissioni % in base al paese di emissione della carta. Si distinguono dunque le commissioni % per transazione con carte emesse da Paesi EEA (ovvero emesse in Paesi appartenenti all’area economica europea) da quelle con carte emesse da Paesi NON EEA (dunque emesse da Paesi non appartenenti all’area economica europea);
  • Conversione Dinamica della Valuta (DCC): questo servizio, consigliato per le attività che hanno clientela straniera, consente di offrire ai propri clienti la possibilità di pagare in valuta locale (valuta di origine). Le offerte online di Worldline non prevedono alcun costo di attivazione aggiuntivo per il servizio DCC e, per tutte le transazioni in valuta locale (ben 20 disponibili), prevedono l’accredito all’esercente ogni trimestre di un compenso pari all’1,00% della transazione (dunque se per esempio un cliente volesse pagare in dollari, l’esercente sosterrebbe, nel caso avesse aderito all’offerta Start non più l’1,95% di commissione per transazione ma bensì lo 0,95%, giacché gli viene retrocesso l’1% per aver incassato in valuta locale).

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