7 Giugno 2018

Pagamenti in contanti: quanto ci costano davvero?

I pagamenti in contanti sono sempre stati percepiti dai consumatori come un metodo di pagamento che non costa nulla.

Eppure secondo le indagini di Abi (Associazione Bancaria Italiana)
i pagamenti in contanti incidono per miliardi di euro, spesi da tutti noi per la gestione di banconote e monete.

Possibile che effettuare pagamenti in contanti sia più costoso che utilizzare le carte di credito e debito?

Proviamo a rispondere in maniera semplice a questa domanda, portando l’attenzione verso tutto ciò che c’è dietro la gestione dei sistemi che prevedono i pagamenti in contanti.

Prima di tutto, pagare in contanti significa avere una macchina organizzativa statale efficiente che ti permette di avere nel portafoglio banconote e monete in qualsiasi momento.

Oltre a stampare la moneta, lo Stato gestisce magazzini, personale addetto alla sicurezza, il trasporto, la vigilanza, le apparecchiature e il funzionamento degli sportelli. Poi ci sono i costi delle assicurazioni legate ai contanti e le perdite legate ai furti.

Anche le micromonete da 1 e 2 centesimi, che molto spesso ci capita di perdere o di tenere per mesi nel nostro portafoglio o borsellino, ci costano parecchio. Una cosa che probabilmente pochi sanno è che coniare una moneta da 1 centesimo ne costa 4,5 e per fabbricarne una da 2 centesimi, lo Stato Italiano spende 5,2 centesimi.

Insomma, anche senza fare complesse valutazioni e indagini di mercato, non è difficile pensare che i pagamenti in contanti possano rivelarsi alla fine di conti, una soluzione più costosa rispetto ai pagamenti digitali.

Senza contare che se siamo un’impresa, far pagare i nostri clienti tramite POS, è un sistema che ci aiuta a dare un servizio in più e a migliore i nostri risultati di business.

Questo naturalmente non significa che il contante sparirà improvvisamente, ma certamente guardando al futuro, il sistema dei pagamenti andrà sempre di più verso la digitalizzazione e l’innovazione in campo tecnologico, cosa che già sta avvenendo da diversi anni.

Il mondo dei pagamenti al dettaglio è quindi destinato a cambiare rapidamente, ad evolversi verso sistemi più efficienti e meno costosi per lo Stato (e per i cittadini).

 

Cosa dice l’Eurosistema

L’Eurosistema (il sistema di banche centrali dell’area dell’euro) non si esprime né a favore né contro il pagamento in contanti, ma il suo obiettivo resta quello di garantire alla collettività in ogni momento la quantità richiesta di banconote prodotte e distribuite attraverso processi operativi efficienti e affidabili. Saranno i consumatori a scegliere autonomamente il metodo di pagamento per loro più conveniente, fermo restando che tra gli obiettivi dell’Eurosistema c’è quello di contrastare gli utilizzi illeciti del contante, da cui la decisione di sospendere l’emissione del taglio da 500 euro entro la fine del 2018.

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