2 Settembre 2019

Limite pagamento contanti 2020: novità dal 1 Luglio e sanzioni

Limite pagamento contanti, tutte le novità della Legge di Bilancio 2020: cosa cambia dal 1 Luglio?

Cambia il limite pagamento contanti nel 2020: dal 1 Luglio 2020 scende a 2.000 Euro l’importo massimo, con conseguente ribasso a 1.000 Euro a partire dal 2022. Sul tavolo anche nuove proposte di sanzioni: multe a commercianti e liberi professionisti che non accettano i pagamenti tramite POS.

La Manovra economica 2020 porta con se novità e cambiamenti importanti per imprese e cittadini. Le news più importanti riguardano il limite pagamento contanti e le transazioni elettroniche. Le ultime notizie parlano di tre importanti misure:

  1. Soglia del contante abbassata: 2.000€ dal 1 Luglio 2020, 1.000€ dal 2022
    Scende ancora la soglia dell’uso del contante: per i primi due anni il limite sarà di 2000 Euro, mentre per il terzo anno scenderà a 1000 Euro. La nuova soglia di 2.000€ scatterà a partire dal 1 luglio 2020, fino al 1 Luglio la soglia massima rimarrà di 3000 Euro. Il limite sarà ulteriormente abbassato a 1.000€ nel 2022.
  2. Al vaglio l’ipotesi dell’introduzione di multe ai commercianti che rifiutano pagamenti elettronici
    La nuova strategia del governo punta tutto sui controlli fiscali connessi all’introduzione della fatturazione elettronica. Le sanzioni (30 euro più il 4% della spesa) saranno applicate a tutti i commercianti e liberi professionisti che non accettano i pagamenti elettronici (carte di credito e Bancomat). Inoltre, nella proposta di Legge è prevista la nota lotteria degli scontrini, ovvero un concorso con 70 milioni di premi annui esentasse per premiare chi paga con con carte e Bancomat.
  3. Superbonus pagamenti digitali: detrazioni di alcuni tipi di spese, e “cashback” sulle spese
    Anche questa terza novità tocca da vicino commercianti e liberi professionisti. Infatti, incentiva il pagamento elettronico di questo genere di spese. Come? Premiando i contribuenti con la possibilità di scalare dai redditi una quota di nuove spese, proprio quelle per attività dove l’evasione fiscale è elevata come l’idraulico, il barbiere o il ristorante. Inoltre, ai consumatori che sceglieranno di pagare con soluzioni tracciabili, verrà restituita una quota dell’importo: un vero e proprio cashback. Queste quote riguarderanno soprattutto le spese più soggette al cash: ristoranti, parrucchieri, idraulici, etc.

Per non penalizzare eccessivamente commercianti e liberi professionisti, il governo sta pensando di introdurre un’esenzione dal pagamento delle commissioni POS per i micro-pagamenti, cioè tutte quelle transazioni inferiori a 30€.

Scopriamo insieme cosa prevede la Legge di Bilancio, qual è l’iter normativo riguardante il limite pagamento contanti in Italia, i dettagli sui nuovi controlli Bankitalia del 2019 e le sanzioni per chi non rispetta la normativa.

 

Limite pagamento contanti: Legge di Bilancio 2020

I pagamenti in contanti in Italia sono da sempre soggetti a limitazioni volute dalla normativa, al fine di arginare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro derivante da attività illecite. La guerra ai contanti comincia già nel 2009, ma si inasprisce nel 2011 fissando un limite massimo di 1000 Euro. Nel Gennaio 2016, sotto le direttive del Governo Renzi, il limite pagamento contanti generico viene alzato a 3.000 Euro. Da questo momento la battaglia si fa più intensa. Infatti, a partire dal 1 Luglio 2020, il limite scenderà a 2.000 Euro, per arrivare a 1.000 Euro nel 2022.

Ciò implica che, fino al 1 Luglio 2020:

  • I pagamenti trasferiti a enti, aziende o persone fisiche fino a 2.999,99 Euro possono essere effettuati in contanti. Non essendo tracciati, è sempre opportuno che il pagante, per ogni pagamento cash, richieda il rilascio di una ricevuta di avvenuto pagamento;
  • Le transazioni trasferite a enti, aziende o persone fisiche superiori a 2.999,99 Euro devono obbligatoriamente essere effettuate con modalità di pagamento tracciabili: assegni, carte di credito, bancomat, etc.

Il limite contanti di 3.000 Euro non riguarda prelievi e versamenti in Banca. Infatti, ecco arrivare da Settembre 2019 la riforma della Banca d’Italia per queste operazioni. Dal 2 Settembre 2019 l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) di Bankitalia avvierà le operazioni di controllo per tutti i movimenti di prelievo e versamento contanti superiori ai 10.000 Euro mensili effettuati presso istituti di credito, banche e poste. I nuovi controlli si collocano all’interno della Normativa Antiriciclaggio, già avviata nel 2017 per contrastare evasione fiscale e riciclaggio di denaro.

Inoltre, la Legge di Bilancio 2019 apporta ulteriori modifiche all’uso del contante: agisce sui pagamenti cash effettuati da soggetti stranieri privi di cittadinanza italiana per l’acquisto di specifiche categorie di beni presso commercianti al minuto o agenzie di viaggio e turismo. Il limite per questi pagamenti viene, infatti, portato da 10.000 Euro (cifra impostata con la deroga del D.Lgs. n. 16 del 2012) a 15.000 Euro.

 

Iter normativo dal 2001 ad oggi sul limite pagamento in contanti

Nel corso degli anni l’utilizzo del denaro contante è sempre stato regolamentato da diverse normative. Limitare i pagamenti cash è, infatti, essenziale per arginare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro proveniente da attività non a norma. Inoltre, scopo degli ultimi provvedimenti “anti-contante” è la volontà di incentivare i pagamenti digitali, soprattutto per il mondo business e le realtà aziendali. Basti pensare alle recenti normative riguardanti fatturazione elettronica e emissione di scontrino fiscale elettronico.

Ecco un breve riassunto di come è cambiato il limite pagamento contanti dal 2001 ad oggi:

  • 2001: viene istituito un limite per i pagamenti cash di 20 milioni di lire;
  • 2002: con il passaggio alla moneta unica Euro, il limite viene trasformato in 10.329 Euro;
  • 2003: da 10.329 Euro si passa a 12.500 Euro;
  • 2008 -2009: la quota oscilla tra i 12.500 e i 5.000 Euro;
  • 2010: il limite pagamento in contanti si stabilizza a 5.000 Euro;
  • 2011: da 5.000 Euro la quota viene abbassata prima a 2.500 Euro, poi a 1.000 Euro;
  • 2016: il limite viene innalzato a 3.000 Euro, importo valido tutt’oggi;
  • 1 Luglio 2020: l’importo si abbasserà a 2.000 Euro;
  • 2022: il limite verrà ulteriormente abbassato fino a 1.000 Euro.

Esistono alcune eccezioni alla normativa che prevedono un limite di pagamento diverso da 3.000 Euro. Infatti, per le seguenti modalità di pagamento il limite massimo è fissato a 1.000 Euro:

  1. Money Transfer, ovvero il trasferimento di somme di denaro in qualsiasi parte del mondo al di fuori di circuiti bancari;
  2. Cambiali;
  3. Vaglia postali;
  4. Pagamento F24;
  5. Assegni bancari e postali trasferibili;
  6. Pagamenti effettuati dalla Pubblica Amministrazione.

 

Versamenti e prelievi in contanti: nuovi controlli Bankitalia al via dal 2 Settembre 2019

Bankitalia, nelle nuove FAQ pubblicate il 22 Agosto 2019, ha reso pubbliche le nuove operazioni di controllo riguardanti versamenti e prelievi di denaro contante presso banche, poste e istituti di credito. Tali operazioni, già precedentemente annunciate dalla Normativa Antiriciclaggio nel 2017, prenderanno il via il 2 Settembre 2019 e implicheranno tutte le operazioni di versamenti e prelievi superiori ai 10.000 Euro mensili. Sono nel mirino anche tutte le singole operazioni allo sportello superiori ai 1.000 Euro. Sarà l’UIF, Unità di Informazione Finanziaria, ad occuparsi dei controlli.

Infatti, la normativa prevede che siano inviate “le comunicazioni nel caso di superamento dei limiti di 10.000 euro mensili relativi a prelievi o versamenti di denaro contante, anche qualora relativi a singole operazioni di importo unitario pari o superiore a 1.000 euro”.

In altre parole, la Riforma prevede che gli istituti di credito, bancari e postali debbano comunicare tutte le informazioni relative a operazioni di versamenti e prelievi di contanti che superino i 10.000 Euro per mese. Saranno soggetti a comunicazione anche i movimenti cumulativi che supereranno tale cifra e le singole operazioni superiori ai 1.000 Euro.

Come funzionerà? Il primo invio dovrà essere effettuato entro il 15 Settembre 2019 e sarà relativo a tutte le operazioni oltre limite effettuate con contante nei mesi di Aprile, Maggio, Giugno e Luglio. La singola comunicazione non costituisce obbligatoriamente una segnalazione sospetta, ma risulta essenziale per le Autorità per tenere sotto controllo il movimento di denaro contante, al fine di limitare evasione fiscale e riciclaggio.

In particolar modo per commercianti e realtà aziendali, che necessitano di operazioni allo sportello con quantità di denaro significative, è consigliato il mondo dei pagamenti elettronici. Infatti, acquistare un terminale di pagamento POS potrebbe rivelarsi particolarmente conveniente, soprattutto considerando lo scenario normativo italiano sempre meno rivolto al contante e sempre più proiettato verso i pagamenti digitali.

 

Limite pagamento contanti: cosa cambia per gli stranieri?

Come già affermato, la Legge di Bilancio 2019 influisce sui pagamenti cash effettuati da cittadini stranieri, già differenziati da quelli classici con la deroga del D.Lgs. n. 16 del 2012. Infatti, la deroga in questione aveva posto a 10.000 Euro il limite di denaro contante utilizzabile da parte di cittadini stranieri non residenti in Italia per pagamenti di beni e servizi nel settore del commercio al minuto e di agenzie turistiche.

La Legge di Bilancio 2019 modifica la deroga precedente come segue:

  1. Porta il limite di pagamento in contanti per persone fisiche non residenti in Italia e senza cittadinanza italiana, per pagamenti di beni o servizi presso specifiche categorie di esercizi commerciali, da 10.000 a 15.000 Euro;
  2. Rende la deroga valida non solo per i cittadini con residenza extra-UE (come in precedenza), bensì anche per tutti i cittadini con residenza in Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo, purché fuori dai confini italiani.

Il limite di pagamento cash fino a 15.000 Euro risulta valido esclusivamente per acquisti di beni e servizi effettuati presso una serie di soggetti regolarmente identificati all’interno degli articoli 22 e 74 del D.P.R. n. 633/1972. Scopriamo quali sono gli esercizi commerciali e le prestazioni in questione:

  • Commercianti al minuto autorizzati in spazi aperti al pubblico, in spacci interni, tramite apparecchi di distribuzione automatica, a domicilio, per corrispondenza o in forma ambulante;
  • Prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande svolte da esercizi pubblici, all’interno di mense aziendali o mediante apparecchi di distribuzione automatica;
  • Attività di organizzazione di escursioni, visite e giri turistici, organizzate da agenzie di viaggi o turismo;
  • Prestazioni di trasporto di persone, veicoli e bagagli a seguito;
  • Prestazioni di servizi rese nell’esercizio di imprese all’interno di locali aperti al pubblico, in forma ambulante o a domicilio;
  • Operazioni esentate dall’IVA ai sensi dell’articolo 10 del D.P.R. 633/1972, tra cui la prestazione di servizi connessi alla concessione, negoziazione e gestione di crediti, operazioni di assicurazione relative a valute e strumenti finanziari;
  • Prestazioni di custodia e amministrazione di titoli e per gli altri servizi resi da aziende o istituti di credito e da società finanziarie o fiduciarie;
  • Prestazioni di servizi di telecomunicazione, tele-radiodiffusione o elettronici resi a committenti che agiscono al di fuori dell’esercizio d’impresa, arte o professione.

Esiste un preciso procedimento che l’esercizio commerciale/prestatore del servizio deve seguire per poter beneficiare della deroga:

  1. Inviare una comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate nella quale è necessario indicare la propria volontà di fruire della deroga. La comunicazione deve essere inviata seguendo il modello di adesione specificato nell’art. 3 del D.Lgs. 16/2012, indicando quindi il conto che si desidera utilizzare per depositare il pagamento in contanti ricevuto;
  2. Nel momento della transazione, acquisire una fotocopia del passaporto del committente del pagamento e un’apposita autocertificazione attestante che il cittadino non è italiano né residente all’interno del Paese;
  3. Nel primo giorno feriale in seguito all’operazione, versare il denaro contante sul conto corrente indicato all’interno della comunicazione ufficiale inviata all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, è necessario consegnare all’operatore finanziario presso cui è intestato il conto una copia della ricevuta della comunicazione proveniente dall’Agenzia delle Entrate.

 

Sanzioni per gli inadempienti

Il D.Lgs. 90/2017 prevedere sanzioni amministrative – a carico di chi effettua pagamenti e di chi li riceve – per tutti i pagamenti in contanti di importo uguale o superiore ai 3.000 Euro, di conseguenza fuori norma. La normativa, infatti, prevede:

  • Per pagamenti in contanti compresi tra 3.000 e 250.000 Euro
  1. Per i contraenti: sanzione che va da 3.000 a 50.000 Euro, in base alla gravità della violazione commessa;
  2. Per i commercianti che non segnalano l’infrazione: sanzione che va da 3.000 a 15.000 Euro.
  • Per operazioni in contanti superiori a 250.000 Euro
  1. Per i contraenti: sanzione che va da 15.000 a 250.000 Euro, in base alla gravità della violazione commessa;
  2. Per i professionisti che non segnalano l’infrazione: sanzione che va da 3.000 a 15.000 Euro.

 

Limite contanti tassazione 2020: pro e contro per esercenti e liberi professionisti

La guerra all’utilizzo dei contanti voluta dal Governo per combattere l’evasione fiscale si inserisce in un contesto di incentivazione all’utilizzo di sistemi di pagamento POS e pagamenti elettronici. Infatti, rendere il POS obbligatorio è stata una prima misura adottata dal Governo per invogliare commercianti e imprese ad abbandonare l’utilizzo del contante. I risultati iniziali non sono stati all’altezza delle aspettative: l’Italia resta uno dei Paesi Europei nel quale si fa meno uso di strumenti di pagamento tracciabili. Oggi si stanno ipotizzando nuove misure di incentivazione volte a promuovere l’utilizzo dei pagamenti digitali. Tra queste un credito d’imposta pari al 2% da riconoscere ai pagamenti con Bancomat e ad altri metodi tracciabili e nominativi (proposto da Confindustria).

Conclusioni

In uno scenario globale che va sempre di più nella direzione dei sistemi di pagamento digitali, che tu sia un imprenditore, una PMI, un libero professionista, un gestore di un hotel o un commerciante, dare la possibilità ai tuoi clienti di effettuare pagamenti con carte di credito e Bancomat costituirà un vantaggio sempre più importante e necessario.

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